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"Poesie graffianti e sofferte, ove tra schegge di luce taglienti come lame si muovono presenze senza volto, 'sagome ritrose' sull'orlo della vita. Colte nei frammenti di uno specchio scorrono filigrane d'immagini e tra i versi che evocano e 'spiumano' quasi con pudore sentimenti impigliati nelle radici dell'anima traspaiono lampi di amarezza. Un dolore sobrio che mai scivola nella retorica o nel pietismo, ma che dipinge con scarne dissolvenze i fremiti del 'cuore scheggiato della sera' e guarda il volto della vita senza livore, ma con partecipe vicinanza." (Dalla Prefazione di Marilia Albanese)